venerdì 1 maggio 2015

LETTERA A RENZI SULL'INGANNO DELLA BUONA SCUOLA,IN REALTA' #WATERLOOSCUOLA





Signor Presidente,

di recente lei ha detto che lo sciopero degli insegnante la fa ridere. Non è stato davvero molto rispettoso con la nostra categoria.

Il 5 maggio sarà invece fondamentale scioperare contro il DDL sulla scuola, come lo era stato farlo nei confronti della riforma Gelmini e contro il disegno Monti-Profumo,sulle 24 ore, anche perché, come ricorda opportunamente Alerino Valerio Palma del Gruppo docenti #waterlooscuola, uno dei più attivi sul web contro la deriva aziendalista della scuola pubblica " ridà vita al peggio del disegno di legge Aprea,alla riforma Moratti e a tutto ciò che della Gelmini è rimasto incompiuto. Sopprime ogni forma di democrazia nella scuola"

La vostra riforma chiamata "Buona Scuola", come le ho scritto nei giorni scorsi su Twitter è un inganno, perché la vera buona scuola è altro. Nel tweet aggiungevo che lo stanno comprendendo, oltre ai docenti, pure famiglie e studenti. Lei, anziché rispondere a questa affermazione, mi ha posto una domanda “Per che cosa?” .

Ecco lo scambio di tweet
 “Per che cosa?” Impossibile, come ho replicato, rispondere con un cinguettio. Troppo poco spazio .

Come detto, lo faccio ora.

"Lei parla sempre, sta sempre al telegiornale, sta sempre ovunque. Questa è la mia unica occasione, se permette parlo“(Sandra Zingaretti a Porta a Porta).

 Comincio col dirle anch'io- lo stanno facendo già in tanti- che il ddl all'esame del Parlamento, oltre a non essere aderente alla realtà e alle esigenze degli studenti, delle famiglie e dei docenti, è contrario in numerosi punti al dettato costituzionale. Esso, inoltre, è addirittura  peggiorativo rispetto ai contenuti del libercolo pubblicitario “La Buona scuola”,presentato in settembre e subito contestato, nel silenzio iniziale dei sindacati, da molti docenti .

 L'unico aspetto positivo rispetto a settembre è probabilmente il mantenimento degli scatti di anzianità, oggetto tra l'altro di una nostra petizione,firmata da un migliaio di persone .

 A proposito del dissenso nei confronti della sedicente Buona Scuola e della pseudo consultazione promossa dal Miur, le ricordo che il Ministero ha rifiutato di ricevere, lo scorso autunno, una delegazione di manifestanti che portava  con sé centinaia di mozioni e delibere dei collegi dei docenti, consigli di istituto, assemblee studentesche di istituto, comitati dei genitori, assemblee sindacali, assemblee di docenti,studenti e genitori. Se questo si chiama ascolto!
Sempre a proposito del dissenso del mondo della scuola, è opportuno ricordarle la recente consegna al presidente Mattarella di quasi 70 mila firme contro la riforma, raccolte in sole tre settimane mediante il passaparola sui social e l'informazione sul portale Orizzonte Scuola e sul quotidiano Metro.

Ma torniamo al  DDL e vediamo perché, risultando di fatto inemendabile, dovrebbe essere ritirato.

 La scuola pubblica prossima ventura, a causa di esso, non sarebbe più, dal punto di vista partecipativo e collaborativo, quella che conosciamo. Il DDL riduce infatti fortemente sino quasi alla loro esautorazione il peso degli Organi Collegiali nei processi decisionali. Basti pensare al ruolo soltanto consultivo” che essi verrebbero ad assumere nell'ambito che attualmente compete loro, ossia quello didattico-progettuale.                                                        Il D.S. sentiti “il Collegio dei docenti e il consiglio d'Istituto” sarà infatti il solo responsabile delle scelte didattiche e formative indicate nel “Piano Triennale dell’Offerta Formativa” e del conseguente Organico dell’Autonomia...funzionale alle esigenze didattiche, organizzative e progettuali delle istituzioni scolastiche come emergenti dal piano triennale” (art. 2, comma 1).                                                                                                                                                               Non convince a riguardo neppure l'affidamento di qualche potere al consiglio di Istituto,contenuto negli emendamenti proposti dal suo partito, anche e soprattutto in quanto in tale organo è prevista l’entrata dei privati “finanziatori e dunque potenziali ostacoli all’esercizio della libertà di insegnamento” come rileva giustamente sul Fatto Quotidiano Marina Boscaino.
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 La scuola pubblica, le dicevo,verrà fortemente indebolita sul piano della partecipazione e della condivisione di obiettivi e finalità da parte di tutte le proprie componenti. Tra i poteri sovradimensionati del Dirigente Scolastico, ci sarà, come da lei auspicato, quello di chiamare dagli albi territoriali i docenti neoassunti in base al DDL, nonché quelli che in futuro decideranno di avvalersi della mobilità. Appare evidente che si tratta, sebbene tale potestà sia soggetta ai criteri di cui al comma 3 dell’art. 7, e lievemente attenuata dai recenti emendamenti,di un condizionamento alla libertà di insegnamento, che è tutelata dall’art.33 della Costituzione.

Riguardo proprio alla mobilità, appare perniciosa, a mio avviso, la modificazione unilaterale della disciplina contrattuale, determinata dai sopra citati “albi territoriali”. Infatti se, come detto, ai medesimi sono destinati inizialmente i soli docenti neoassunti,vittime di una nuova precarizzazione in stile Jobs Act, in futuro vi entreranno pure gli insegnanti a tempo indeterminato interessati alla mobilità territoriale e professionale ed ovviamente anche i soprannumerari. A tutti costoro, infatti, si estenderà la disciplina dell’incarico triennale per chiamata diretta del Dirigente,sulla base dell'art. 7, comma 4. Un docente, quindi, non potrà più richiedere di potersi trasferire in una determinata scuola, anche fruendo dei benefici della L.104 per se stesso o proprio familiare!
 La facoltà di conferire incarichi per chiamata diretta al personale docente, attingendo agli  “albi territoriali”, riprende, come certamente sa, un punto chiave del più volte contestato DDL Aprea del 2012. Si parla, a riguardo, nel disegno di legge di incarichi “di durata triennale rinnovabili” affidati a docenti selezionati sulla base dei curricola(comma 3).Il Dirigente potrà provvedere, si dice, alla dispensa dal servizio con effetto immediato, e senza obbligo di preavviso” (art. 9 comma 5) .
 I rischi di favoritismo e clientelismo, in un Paese come il nostro, sono dietro l'angolo. 
 Ma torniamo alle immissioni in ruolo, nel “piano straordinario di assunzioni” del suo governo per l’anno scolastico 2015/2016 (art. 8), si è scesi dai 150.000 docenti citati  nel documento Buona Scuola a 100.701, escludendo dalla stabilizzazione(che tale non è,come detto,per la nuova forma di precarizzazione determinata dalla normativa), gli insegnanti della scuola dell’infanzia (23.000), gli idonei del concorso 2012 e gli iscritti nelle graduatoria di istituto, ossia docenti in possesso di abilitazione e con più di 36 mesi di insegnamento, ma non inclusi nelle graduatorie ad esaurimento (GAE).
Ciò  in violazione alla normativa europea, che, con la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 26/11/2014, ha dichiarato illegittima la reiterazione dei contratti a termine oltre i 36 mesi. Il licenziamento dei precari che abbiano prestato servizio nelle scuole per più di 36 mesi, in spregio alla sentenza citata, non tiene conto di punteggi, graduatorie e diritti acquisiti.

 Le ricordo ancora che la schedatura su un portale, che ne riporterà l'identità digitale, di tutti i lavoratoridella scuola, docenti e ATA, "non offrirà- come si rileva giustamente in un documento del Liceo Sabin di Bologna- alle famiglie/clienti elementi di giudizio ragionato sulla professionalità di quei lavoratori, ma alimenterà unicamente la concezione commerciale della scuola a discapito della funzione educativa per cui l'apprendimento non può essere una merce da adeguare alle esigenze del mercato.”


 Condannabili sono ancora l’entrata nella scuola dei privati (Enti e Fondazioni), per finanziare, in luogo della fiscalità pubblica le nostre scuole, e le detrazioni alle paritarie.

Appare evidente , che le sponsorizzazioni dei privati rappresenteranno un potenziale ostacolo all’esercizio della libertà di insegnamento e alle pari opportunità per tutte le scuole, creando condizionamenti e disparità in contrasto con la libertà didattica sancita dall’art. 33. "Non servono sponsor che investiranno solo sugli istituti migliori, ma soldi pubblici" ha ricordato giustamente in un'intervista a Repubblica Fabio Cuzzola, esponente del già citato Gruppo docente #Waterlooscuola, di cui mi onoro di far parte. 



Quanto agli sgravi fiscali per le scuole paritarie, il DDL del suo Governo prevede la possibilità di detrazioni del 19% fino a 400 euro di spese scolastiche (escluse le superiori). A tali detrazioni, si dovranno aggiungere gli oltre 471,9 milioni, alle scuole private, o paritarie, alla faccia del“senza oneri per lo Stato” dell'appena citato art.33 della Costituzione.

Riguardo alle  donazioni del “5x1000” alle singole scuole, esse, a detta degli esperti, aumenteranno le disuguaglianze socio-culturali tra istituzioni scolastiche operanti in territori diversi,per cui sarebbe auspicabile destinare le medesime al sistema scolastico nazionale che potrebbe distribuirle in modo razionale ed oggettivo alle varie scuole.  

Dopo i tagli degli anni passati al settore, è necessario investire davvero nella scuola pubblica statale. Voi non lo state facendo, visto che l''investimento reale in finanziaria, tolti i milioni necessari per la stabilizzazione dei precari, si riduce a una cifra davvero misera.

 Desta inoltre più di una perplessità la facoltà riservata al Dirigente Scolastica di assegnare ai docenti cosiddetti “meritevoli” una somma, definita “bonus” (art. 11, commi 2 e 3),sulla cui entità peraltro il DDL non fa menzione ( "Ci sarà il preside che farà il rating, quelli che faranno le classifiche, ognuno deciderà", sono sue parole)  e il fatto, che, al di fuori di qualsivoglia contrattazione, la formazione,resa “obbligatoria, strutturale e permanente” e quantificata in 50 ore annue di attività, non sia retribuita. A meno che per lei non lo sia con il famoso voucher di 500 euro all'anno!

 Comunque Presidente, non solo i docenti, ma anche gli Ata, di cui non si parla nel DDL, saranno colpiti pesantemente da questa pessima riforma, a causa ad esempio della futura limitazione dei contratti a tempo determinato. Si parla inoltre del rischio di una parziale esternalizzazione dei servizi oggi a carico del personale tecnico amministrativo .

Quanto all’alternanza scuola-lavoro, prevista nell’art.4 , a partire dal triennio di istruzione secondaria liceale, da realizzare per 200 ore complessive, eventualmente anche durante i mesi estivi, essa risulta, come giustamente osservato dall'assemblea del Liceo Virgilio di Roma, “ un pericoloso modo per mascherare il lavoro gratuito dei ragazzi che hanno diritto all’istruzione; analogamente l’apprendistato, indicato nel comma 6 del medesimo articolo, previsto a partire dal secondo anno per gli istituti tecnico-professionali, da realizzare in combinazione con le norme applicative del Jobs Act, implica una delega di parte dell’istruzione al mondo del lavoro, inaccettabile per dei quindicenni che sono in obbligo d’istruzione.”

Ci sono poi le deleghe che il suo Governo chiede al Parlamento nell’art. 21 del DDL su numerose materie di riforma della scuola (riscrittura del Testo Unico e riordino dell’assetto contrattuale dei dipendenti della scuola e dei dirigenti scolastici): si tratta di una legge-delega che il suo Governo si scrive da solo, non avendola ricevuta dal Parlamento.

Riflettendo su tutto questo ed altro ancora,sarebbe auspicabile che il Governo che lei presiede compisse un atto di resipiscenza e ritirasse il provvedimento in discussione alla Camera dei Deputati, decreto che è davvero inemendabile, e aprisse un confronto che, su questi temi coinvolgesse realmente, cosa che non è avvenuta sino ad oggi, malgrado i continui proclami, il mondo della scuola, in attesa dal lontano 2009 del rinnovo del Contratto di lavoro e  con le  retribuzioni erose dall´inflazione e  dall´aumento della fiscalità.

Sa benissimo,Presidente, che è falso che i docenti rifiutino le riforme. Sic et simpliciter non vogliono questa pessima riforma. Sostengono invece con forza , come le ho detto su Twitter, il progetto riformatore della Lip,che giace da anni, inascoltato, in Parlamento.

Cordiali saluti

prof.Maurizio Braggion del Gruppo  #Waterlooscuola , docente presso la secondaria di I grado De Toni dell'IC Sturla di Genova

1 Commenti:

Alle 3 maggio 2015 alle ore 02:51 , Blogger Angela Vernizzi ha detto...

Bravo Maurizio! Sono perfettamente d'accordo. Speriamo che Renzi si renda conto del disastro e faccio marcia indietro.
Siamo tutti con te!
Angela Vernizzi

 

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